Presentati
Mi chiamo Marco Rendina e la moda non è esattamente il mio ambiente, essendo io fondamentalmente un nerd. Del nerd ho davvero rispettato tutti i cliché: smanettavo sui computer dall’età di otto anni, al Monclér preferivo un Maxtor, e sin dal liceo oltre all’inglese conoscevo il C++.
Ho studiato matematica, o per meglio dire ho professato la matematica, e a 25 anni sono diventato il responsabile tecnico di un centro di ricerca inter-universitario romano, la cui missione era lo studio di metodologie per la digitalizzazione e la fruizione online di giacimenti culturali (archivi, biblioteche, cineteche, musei).
Negli ultimi anni ho continuato a collaborare con diverse istituzioni culturali italiane seguendo vari progetti di ricerca europei per la promozione e la creazione di servizi avanzati per l’accesso online di giacimenti culturali.
…Se siete davvero interessati a conoscere i dettagli della mia storia professionale (beh, neanche voi siete tanto normali allora!) potete comunque vederla riassunta qui

Presenta il tuo progetto
Sono qui al Fashioncamp per presentare il progetto Europeana Fashion, di cui sono il coordinatore tecnico.
Europeana Fashion è un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dalla Fondazione Rinascimento Digitale, che vede coinvolti 23 partners, di 12 diversi paesi europei, che rappresentano i principali musei, biblioteche ed archivi privati di moda, riuniti per la prima volta per rendere accessibili online più di 700.000 oggetti digitali legati alla moda, tra cui abiti, accessori, fotografie, disegni, bozzetti, video e cataloghi.
La moda è un importante settore del patrimonio culturale europeo, ed è sempre più riconosciuto il suo valore di ricerca anche in relazione ad altre discipline, tra cui le arti, la cultura, la sociologia e la comunicazione. Dall’inizio del XX secolo alcune delle più importanti istituzioni culturali pubbliche e private ed alcuni musei europei di arti applicate hanno iniziato a raccogliere e conservare indumenti, accessori, cataloghi, riviste e altri documenti e materiali legati alla moda. Il risultato di questo lavoro si è tradotto in un numero crescente di collezioni uniche, che Europeana Fashion riunirà online, con la creazione di un apposito portale della moda, che sarà promosso e fatto conoscere anche attraverso Europeana (www.europeana.eu), la biblioteca Digitale Europea.
Nei miei dieci minuti che mi sono stati riservati mostrerò alcune delle cose più interessanti che intendiamo approntare all’interno del progetto.

Quale pensi che sia il rapporto tra moda e tecnologia e come pensi che evolverà nel corso dei prossimi anni?
Credo che oggi i punti di interazione tra moda e tecnologia siano fondamentalmente su due fronti, uno “materiale” ed un altro più “sociale” e di comunicazione. Il primo aspetto riguarda, per esempio, il possibile utilizzo di nuovi materiali in grado di interagire con l’ambiente esterno e con chi li indossa (vestiti che cambiano colore con la luce o la temperatura esterna, o con il nostro umore, o dotati di sensori e trasmettitori embedded che li rendano altamente interattivi), oppure l’utilizzo di stampanti 3D in grado di riprodurre abiti o accessori da indossare direttamente. Il secondo aspetto, quello sociale (a mio avviso il più interessante), riguarda invece l’interazione fra moda e social network. Non esiste forse industria più adatta ai social media della moda. Quello che indossiamo per definizione nasce per essere condiviso, ed è una delle prime cose che ci rappresenta. Quello che indossiamo, spesso viene da noi scelto per aiutare gli altri a capire chi siamo, per condividere una parte di noi stessi, esattamente come accade nei social media. Non c’è da stupirsi quindi se nel futuro ci sarà una sempre più stretta interrelazione fra moda e social media, e fenomeni come Pinterest lo stanno anticipando chiaramente.
A riguardo il mio amico e collega Thomas Alisi, anche lui qui al Fashioncamp, sta lavorando proprio a strumenti avanzati che consentano di sfruttare in pieno il potenziale che si cela dietro questa crescente relazione fra moda e social media. Ma non vi voglio rovinare la sorpresa…

Quale pensi che sarà il futuro della moda?
Ancora più che in altri settori creativi, nella moda il futuro guarda al passato. Provocatoriamente mi viene da citare Chuck Palahniuk: “tutto è una copia di una copia di una copia…”. Mi piacerebbe immaginare una democratizzazione ed una contaminazione del processo creativo, collezioni create in crowdsourcing, e passerelle pubblicate collettivamente su Instagram.

Il tema di questa edizione di FashionCamp è rEvolution: cosa significa per te?
Quella “r” davanti alla “E”, oggi, non aggiunge molto a mio avviso!
Analizzando le definizioni, l’evoluzione è un cambiamento, una crescita, una rottura col passato, intesa spesso in senso positivo, in meglio. La rivoluzione indica anch’essa un cambiamento, una rottura col passato, ma generalmente più rapida e dagli esiti più incerti e meno spiccatamente positivi.  Io sono tra quelli che ritiene il cambiamento come intrinsecamente positivo -per definizione- e quindi la differenza tra i due termini si riduce ad una mera questione di tempi. Ma siccome nell’era digitale l’evoluzione è diventata rapidissima, ritengo che Evolution e rEvolution in questo contesto coincidano: ogni evoluzione è una rivoluzione.

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