Presentati
Sono nata sulle sponde lombarde del Lago Maggiore il primo giorno di un freddo febbraio di quasi trent’anni fa. Tutta la mia vita è stata caratterizzata dalla ricerca del bello e dalla curiosità intellettuale. Ho studiato storia dell’arte e mi occupo di organizzare eventi e mostre per un’importante fondazione no profit.
Alterno il lavoro a molti hobby, quali la scrittura e la fotografia, la cui mistione, con la mia viscerale passione per la moda, ha dato vita al mio blog.

Presenta il tuo blog
Fashion is the new blog, nome nato sulla falsa riga dell’idiomatico ‘is the new black’, è una sorta di mio pensatoio  in cui riverso i miei liberi pensieri  legati alla moda.
I miei articoli, scritti con voluto piglio critico, sono alternati da post più frivoli e leggeri, ispirazioni, nuovi trend, il mio shopping e rubriche fisse ironiche come  ‘Top of the flops & Steal her look’, dove ogni settimana analizzo i look delle blogger italiane.
Il mio blog è un grande contenitore, in cui si può trovare un po’ di tutto ma, e ci tengo a sottolinearlo, non è un blog di outfit.

Quale pensi che sia il rapporto tra moda e tecnologia?
Moda e tecnologia apparentemente sembrano due mondi cosi lontani. Differenti e irraggiungibili. Il primo legato all’artigianalità, tramandata in modo geloso di generazione in generazione, il secondo progresso asettico dell’umanità. Tutto questo è mera apparenza di un immaginario comune ovviamente.
Ormai il binomio moda-tecnologia è imprescindibile, ne sono riprova gli innumerevoli e-shop,  i social network e ovviamente il fenomeno blogger. Tecnologia che ultimamente viene applicata anche ai fashion show con nuove tecniche di proiezione, come Zegna nell’ ultima fashion week maschile, ma soprattutto con lo streaming.
Tra dieci anni cambierà in modo radicale di presentare le nuove collezioni?

Quale pensi che sarà il futuro della moda?
Come tutti i pronostici che si rispettino sicuramente anche il mio sarà sbagliato, ma nel futuro credo che ci sarà l’ascesa di molti giovani talenti che si affermeranno a livello mondiale, dall’altra parte il declino di alcune maison ancora legate ad un vecchio modo di fare moda. Sicuramente ci sarà una maggiore “democrazia” dei consumi, con un largo utilizzo delle catene low cost per collaborazioni sempre più frequenti e una maggiore voglia di comunicazione con il proprio pubblico attraverso messi tecnologici.

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