Presentatevi
Marco, Michele e Vito. Titoli di studio in ordine sparso, dalla laurea al dottorato di ricerca, dall’architettura alla moda e al design con specializzazioni dal prodotto alla comunicazione e al food.

Semplifichiamo: ci facciamo chiamare designer, perché la cultura del progetto è la base comune su cui ci siamo trovati a collaborare. 3 anni fa abbiamo creato il nostro Studio Associato, e l’abbiamo chiamato Nu Bureau, l’ufficio nudo. Lo troviamo un nome chic, e noi siamo l’opposto.

Presentate la vostra attività
Ci occupiamo di art direction e comunicazione visiva, consulenze nei settori degli interni e allestimenti, della moda e del food. Abbiamo un approccio molto trasversale ai progetti e cerchiamo di ottimizzare la complementarietà dei nostri profili offrendo consulenze strategiche per la comunicazione.

Per intenderci, siamo come tre piatti che fanno un menù completo: possiamo aprire con la grafica applicata a un nuovo prodotto, per poi passare a lavorare sul brand, sul layout di un catalogo, sul sito internet,  chiudendo con l’organizzazione di un evento e il progetto di un gadget come ciliegina. Oppure siamo come tre musicisti che formano una band, e per le grandi occasioni diventiamo un’orchestra perché abbiamo sempre lavorato molto sul network, consolidando una rete di collaboratori che ci permette di rispondere in modo adeguato anche ai progetti più complessi.

Dallo scorso anno, Lago, azienda con cui condividiamo lo spirito di apertura, l’attitudine alla contaminazione che nasce dal rapporto umano, ci ha chiesto di diventare i Tenant dell’Appartamento Lago in Brera, che è quindi attualmente la sede del nostro Studio. Con Lago ci occupiamo del progetto e del coordinamento delle attività e degli eventi dell’Appartamento, che è uno spazio fisico, un Living Showroom, e al contempo l’espressione fisica di un nuovo network di designer e design-addicted. Un laboratorio di idee in continua evoluzione.

Quale pensate che sia il rapporto tra moda e tecnologia?
Due sistemi in continua e sempre più rapida evoluzione. Oggi il loro rapporto è sostanzialmente una gara a chi corre più veloce, ognuno dalla sua parte.

Ma se la moda rappresenta il cambiamento culturale e la tecnologia l’evoluzione della tecnica, un loro rapporto più strutturato non può che dare un risultato: innovazione.

Quale pensate che sarà il futuro della moda?
Moda e design si muovono su binari paralleli, soprattutto se considerati come sistemi produttivi con un forte impatto sulla cultura e sugli immaginari del contemporaneo.

Oggi vediamo il sistema design tendere ad occuparsi del progetto di elementi sempre più intangibili, il ‘design del prodotto’ che diventa ‘design del sistema-prodotto’, vediamo consolidarsi  tendenze e nuove discipline, che prendono i nomi di service design ed experience design.

Anche la moda, che è una pratica sociale, forse è destinata a smarcarsi sempre di più dal mero prodotto, manifestandosi finalmente per quel che è: un sistema culturale, che negli scenari futuri, dominati dallo sviluppo della tecnologia e dell’informazione sarà sempre più condivisibile e democratico, sempre meno trickle-down, sempre più bubble-up.

In ogni caso, non vale la pena di ragionarci troppo, il bello della moda è che cambia e si evolve in continuazione: ora che ti fai un’idea, il suo futuro è già arrivato.

www.nubureau.com
brera.appartamentolago.com

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