Barbara La Lia è una delle designer che avrà uno stand presso il Temporary Shop all’interno di FashionCamp.

Barbara La Lia  nasce a Palermo il 06/05/1985 vive e opera per il momento a Misilmeri, paese che ha dato i natali al giudice Rocco Chinnici,Cosmo e Filippo Guastella e per ultimo a Valentino Picone.

Eredita dal padre la passione per il disegno mentre gli abiti e lo stile della madre suscitano in lei l’amore per la moda. Dopo la licenza media decide di iscriversi all’istituto regionale d’arte di Bagheria dove ottiene, a pieni voti,il diploma di stilista.

Successivamente realizza degli abiti seicenteschi per la rappresentazione teatrale del santo patrono di Misilmeri. Contemporaneamente si diletta a realizzare abiti per privati.

Nel 2006 decide di lasciare il suo paese trasferendosi in provincia di Venezia per frequentare un corso di perfezionamento del taglio e del cucito presso Trimoda. Nello stesso anno per problemi di salute si vede costretta a ritornare in Sicilia abbandonando, seppur per un breve periodo, la sua passione per la moda.

Nel dicembre del 2009  presenta la sua prima collezione a Roma presso la sede centrale della BNL in occasione dell’evento Telethon. Il 19 giugno 2010 presenta a Palermo, presso lo storico palazzo del 1600, ex Convento dei Padri Teatini ed attuale sede della facoltà di Giurisprudenza, la sua seconda collezione ispirata alla sua gravidanza.

La stessa collezione viene presentata qualche mese più tardi a Milano riscuotendo un ottimo successo di critica e pubblico. Intorno alla fine di giugno si appresterà ad aprire un suo Atelier, facendo di ciò che era una semplice passione una verà e propria attività, coronando cosi il sogno di una vita.

Il nuovo punto vendita a insegna Barbara La Lia, aprirà i battenti a Bagheria, cittadina alle porte di Palermo, paese natio di Giuseppe Tornatore che proprio qui ha girato il film Baaria e Renato Guttuso, grande pittore del primo novecento.

Fosse anche semplice tessuto,
che le mani di velluto sfiorano con l’ago;
fosse il filo attorcigliato dello spago, tra le dita di un creatore che è mai pago di creare;
Dagli abiti di Barbara La Lia non c’è una sola via che chiuda i sensi.
Le borse sono state eliminate, le tasche applicate come una seconda pelle del vestito.

La barriera del peso si annulla,
si è concluso il tempo del movimento bloccato.

Fossero anche semplici tasche,
che al loro fondo blocca la mano;
fossero anche accessorio qualunque,

tra i fianchi sinuosi che muovono plastici; fossero anche illusioni di gusto, come una vernice su un arbusto…chiunque qui sarebbe poco basito.
Dagli abiti di Barbara La Lia si plasma una simbologia del materno.
La tasca non chiude, contiene.

La tasca protegge, come un grembo di donna.
Applicata sulla veste continua i contorni del corpo e ne rivela le naturali semantiche.

La gorgiera non è un collare, è protezione; richiamo della tradizione che si rinnova e lascia libera ogni posa di gesticolare con le stelle,
di abbracciarsi il ventre e non essere spoglia.

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