ecommerce

Mi presento:
Mi chiamo Giovanni Cappellotto, ho 53 anni, moglie, tre figli, alcune passioni.
A fine anni ’70 distribuivo abbigliamento importato dall’India e partecipavo alla rivoluzione della distribuzione e della moda testimoniata da Fiorucci, Giorgio Kauten ed altri. Negli anni ’80 mi sono trovato a lavorare per le multinazionali americane del jeans ed è nata una passione per il denim e per la memoria che ho trovato in un libro di Ugo Volli. La passione per i collegamenti e la voglia di conoscere si è poi trasferita nella rete. Oggi mi occupo di ecommerce, di costruzione di presenza in rete, seguo la realizzazione di una fondazione per la sostenibilità che ruoterà attorno al marchio Nowo, e mi occupo di progetti per Accademia delle Arti grafiche di Venezia

Cosa racconto al fashion camp..
Racconto quello che vedo ogni giorno. Il mondo della distribuzione sta cambiando velocemente e le spinte vanno in direzioni contrastanti. Si aprono spazi molto interessanti e si chiudono altre storie. Il clima, pur con le dovute differenze, è simile all’effervescenza che ho conosciuto 30 anni fa, quando sparivano  i vecchi negozi e aprivano nuovi marchi, e nuove proposte. la stessa idea di ecommerce non è più quella di solo due anni fa, e le opportunità possono essere colte.

Come vedi il rapporto tra moda e nuove tecnologie
?
Il fatto è che le “nuove tecnologie” sono  pervasive e di rapida assimilazione ed è difficile pensare ad un rapporto specifico. Credo che il pubblico sia in grado di assimilare le cose così rapidamente da essere più avanti delle aziende e di molti protagonisti del mercato. Del resto non credo esista differenza tra mondo reale e mondo virtuale, perché dalla notte dei tempi e fino alla fine del mondo le persone cercano le persone e parlano tra loro. Si tratta di farlo nel modo più naturale possibile, assecondando la normale propensione di uomini e donne a stare assieme.

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