"Papuasia's Shadow"

Mi presento:sono Gemma del Vecchio una giovane stilista romana.
Fin da piccola sono cresciuta ascoltando i racconti di mia madre riguardo le sue esperienze lavorative relative alla stretta collaborazione con il maestro Roberto Capucci, e così ho iniziato a dedicare tutta me stessa alla passione della mia vita: la moda.
Ho frequentato l’Accademia di Costume e di Moda di Roma, laureandomi e chiudendo i quattro anni di studio con il “Final Work”, ossia presentando una mini collezione di Alta Moda che ha sfilato ad AltaRoma nel 2008.
Ho collaborato come assistente costumista alla “Cenerentola” di Rossini e iniziato a piccoli passi ad avvicinarmi al mondo della moda come disegnatrice da “David Mayer Naman”, classificandomi tra le prime cinque di Italia nel concorso “Professione Moda Giovani Stilisti”, sono stata intervistata nella trasmissione “Italia Rai” per rappresentare il Made in Italy di giovani stilisti emergenti ed attualmente lavoro come disegnatrice di abbigliamento e accessori nella casa di moda Roccobarocco da ormai due anni.
Grazie a lui, che mi permette di lavorare fianco a fianco, ho imparato a crescere professionalmente tanto che mi ha affidato, come sua assistente, l’allestimento della mostra dedicata alla sua Alta Moda nella città di Los Angeles.
Cosa espongo al Fashion Camp
Durante gli ultimi due anni, nonostante il lavoro mi occupasse le intere giornate, ho voluto approfondire un desiderio riguardo la libera espressione della mia personalità attraverso il dialogo di due forme espressive: fotografia e moda.
L’idea è nata dopo l’attenta osservazione degli scatti fotografici di un amico in Papua Nuova Guinea, terra lontana ed affascinante, una perla di colori ed emozioni.Inizialmente ho tradotto le mie emozioni primitive in schizzi rapidi ed istintivi, in seguito ho maturato l’idea di condividere ciò che queste fotografie mi hanno trasmesso attraverso bozzetti ed illustrazioni di moda.

Concept progetto: “Papuasia’s Shadow”
L’idea di esporre il mio progetto si è maturata grazie allo sviluppo di un concept vero e proprio.
L’intento è quello di stimolare un’immersione in questa terra estrema, entrando in una dimensione sensoriale e parallela attraverso l’uso dell’ombra, da cui prende il titolo il progetto.
Le “Ombre della Papuasia”, infatti rappresentano lo spirito e quindi l’essenza di una forte emozione impressa istintivamente sul disegno e riflessa sulla fotografia.

Come si presenta il progetto
Il progetto si articola in due forme espressive: venti totem ed un abito.
I totem vedono la sovrapposizione distanziata di due strati di plexiglass: quello superiore, trasparente, ospitante il bozzetto e quello inferiore, opaco, fotografico.  Attraverso l’espediente di una fonte luminosa, si vengono a creare le ombre dei disegni che dialogano e si inseriscono all’interno del contesto fotografico retrostante riprendendone gli stessi connotati.
L’abito, vuole riprendere ed inseguire le linee semplici, morbide e ricche di significati nascosti ritrovati nella purezza e nobiltà d’animo della popolazione della Papua Nuova Guinea.

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